
Alcuni giorni fa ho partecipato ad un Convegno dal titolo: “Una Montagna di Turismo”. Al Convegno erano presenti relatori con specifiche competenze i quali, ognuno dal proprio punto di vista, hanno parlato della Montagna del futuro. La cosa interessante è stata che ciascun intervento ha avuto un punto in comune: il momento di forte trasformazione che sta vivendo la Montagna. Ogni progetto che è già in atto o che lo sarà dovrà avere come driver il tema economico ambientale. La domanda principale che bisogna porsi è la seguente: “Il turismo della Montagna è solo sci?” Ebbene no!
L’innalzamento delle temperatura fa sì che a certe quote non nevichi più o non nevichi a sufficienza. Ogni aumento di 1 grado trasla la Montagna di 150 mt di altezza. Una stazione sciistica può essere indicata come tale se può contare su 100 giorni redditizi con almeno 30 cm di neve naturale. Questo significa, oggi, parlare di altezze di almeno 1500 msl.
Sarà, quindi, necessario creare dei progetti che non siano mirati unicamente allo sviluppo sciistico o al turismo del sabato e della domenica. La montagna dovrà trasformarsi da stazione turistica a luogo del vivere quotidiano che ospita. Ed ospitalità è stata la parola chiave di questo convegno, perché non c’è turismo senza un alto livello di ospitalità.
Quindi la Montagna dovrà essere vista come luogo del vivere e dell’abitare, come luogo di valore storico e culturale da salvaguardare e valorizzare, come opportunità di sviluppo imprenditoriale, perché senza comunità non ci può essere un servizio di turismo.
La Montagna dovrà diventare un luogo di nuove opportunità. In alcune località sono già in atto progetti che puntano a nuovi modelli eco-sostenibili. Ad Alagna, in Val Sesia, il progetto prevede di privilegiare la vivibilità all’interno del paese creando una mobilità affidata esclusivamente a navette elettriche, lasciando la mobilità automobilistica al di fuori dell’abitato.
Ad Usseglio, nelle Valli di Lanzo, esiste un progetto (che ha ottenuto un importante finanziamento europeo) per il recupero delle caserme che saranno destinate a strutture di ricevimento e welness e a forme di interesse sociale per la comunità affinché turismo e comunità possano interagire.
I Fondi Europei per aiutare lo sviluppo di queste aree sono ingenti. Per ottenerli è necessario che il progetto presentato abbia alla base una progettualità che sia indirizzata verso un futuro digitale, che efficienti i servizi, che valorizzi il patrimonio locale e che abbia un’idea di innovazione incrementale con ricadute sul territorio. Dovrà essere un progetto basato su una logica aggregante e non individualistica. Una sfida importante che, se ben costruita, ci trasformerà in cittadini di Montagna.